Il Comitato del Consiglio degli Stati respinge la reintroduzione dell’asilo nelle ambasciate
Nel marzo 2021, è stata presentata una mozione che chiede la reintroduzione dell’asilo in ambasciata. Questo ripristinerebbe la possibilità di chiedere asilo senza dover raggiungere la Svizzera attraverso le pericolose rotte aeree. Più di 21.000 persone hanno perso la vita solo nel Mediterraneo dal 2014. Il 02.02.22, il Comitato di Politica dello Stato ha chiesto di respingere la mozione. L’argomentazione contro la mozione parla di un “effetto traino” se la Svizzera rimane l’unico paese in Europa con questa possibilità. Inoltre, ci sono già abbastanza possibilità di ottenere protezione in Svizzera, “soprattutto attraverso il visto umanitario o i programmi di reinsediamento”. Il primo argomento unisce già linguisticamente un vocabolario razzista accanto a “ondata di rifugiati”, come se la gente che fugge fosse una forza imprevedibile della natura. Anche questo discorso del “fattore di attrazione” è stato usato per anni dagli Stati di tutta Europa per sfuggire alle responsabilità, anche se questo mito della migrazione è già stato confutato molte volte. Il secondo argomento ha poco a che fare con la realtà del sistema d’asilo svizzero, come dimostra, per esempio, l’attuale trattamento dei rifugiati dall’Afghanistan o il non esaurimento delle possibilità di reinsediamento.
Tutti i dettagli sull’iniziativa.
Iniziativa statale per migliorare le procedure federali d’asilo adottata dalla CPS
Nella primavera del 2021, Basilea Città ha chiesto al Parlamento federale e alle autorità federali di garantire procedure d’asilo efficaci e rapide per le persone bloccate sulle isole greche. L’iniziativa chiede che ciò sia garantito in particolare attraverso il pieno utilizzo dei centri d’asilo cantonali e federali. Viste le persistenti condizioni disumane nei campi greci, il governo federale deve agire con urgenza. Questo è stato concordato anche dalla Commissione per la politica dello Stato, che alla fine ha approvato l’iniziativa con un voto decisivo di 4:3 del presidente Marco Romano del PPE. La Commissione ha basato la sua decisione sulla convinzione che le città devono avere un ruolo maggiore nelle decisioni relative all’accoglienza delle persone in cerca di protezione. Ciò in considerazione del fatto che numerose città e comuni hanno già espresso solidarietà con le persone in fuga e si sono pronunciati a favore di un’accoglienza supplementare.
Una lista di tutte le città solidali può essere trovata qui.