Un contributo del cinegiornale antira del 26.04.21
Diversi paesi hanno terminato i loro impegni a livello europeo per accogliere i rifugiati dai precari campi greci. In totale, meno di 4.000 persone sono state evacuate, 91 delle quali in Svizzera.
Un anno fa, diversi paesi europei si sono impegnati ad accogliere persone dai campi greci. All’epoca, 40.000 rifugiati erano nei campi, in attesa di una possibilità di uscire dai campi e trovare prospettive in Europa. La settimana scorsa, l’ultimo aereo del programma di accoglienza tedesco è atterrato in Germania con 103 persone a bordo. Un totale di 3.782 persone sono state accolte dai paesi europei dalla Grecia, di cui circa 2.750 dalla Germania. Con quasi 250 città disposte ad accogliere persone, sarebbe stato possibile fare molto di più. Tuttavia, il ministro degli Interni Seehofer continua a bloccare con veemenza la possibilità di ammissione comunale. Di conseguenza, migliaia di persone in cerca di protezione continuano ad essere lasciate nei campi.
Purtroppo, la Germania è comunque in testa all’Europa con questo basso numero di presenze. Oltre alla Germania, il Portogallo con 1.500 e la Francia con 1.000 persone si erano impegnati in modo relativamente generoso ad accogliere persone. Finora, però, hanno ammesso solo 81 (Portogallo) e 576 (Francia) persone rispettivamente. A marzo 2021, solo la Svizzera, il Lussemburgo e i Paesi Bassi avevano rispettato le quote promesse – ma in totale, i tre stati hanno accolto solo 140 persone.
Nel “Rapporto sulle attività della politica estera in materia di migrazione 2020” del Consiglio federale si legge che in totale sono stati ammessi 71 richiedenti l’asilo minorenni non accompagnati (UMA) con un legame familiare in Svizzera secondo le disposizioni di Dublino e altri 20 UMA dopo l’incendio di Moria nel settembre 2020. Un triste risultato per uno dei paesi più ricchi del mondo.
Ma il fatto che fosse dovuto alla volontà politica e non alla mancanza di risorse finanziarie è dimostrato dalle spese per sigillare il paese. In fondo i soldi c’erano, cioè per 1.500 giorni di operazioni di Frontex, per lo più al confine terrestre tra Grecia e Turchia, e per il distacco di un esperto al cosiddetto “Ufficio dei diritti fondamentali” di Frontex da febbraio a giugno 2021. Le gravi accuse di violazione dei diritti umani da parte dei funzionari di Frontex sono menzionate nel rapporto, ma sono considerate dal Consiglio federale come sufficientemente trattate, poiché esiste una commissione d’inchiesta interna. Non c’è da aspettarsi nulla da questo comitato. Se si guardano gli obiettivi di blocco della Svizzera, Frontex sta facendo il suo lavoro molto bene dal punto di vista delle autorità svizzere. Tengono la gente lontana dal suolo europeo e quindi anche dalla Svizzera.